I lupi “hanno fatto a pezzi” la ragazza. La gente guardava scioccata…

INTERESSANTE

La sera calava sul piccolo villaggio, immerso nell’ombra dei pini secolari.

Le strade, fino a poco prima piene di risate infantili e chiacchiere tra vicini, si erano fatte silenziose, lasciando spazio al sussurro del vento e all’abbaiare lontano dei cani.

Tutto sembrava così familiare, così sicuro, che nessuno notò come il cielo sopra la foresta si fosse tinto di cremisi, quasi a presagire una disgrazia.

La gente finiva i propri impegni, chiudeva le imposte, ignara che quella notte avrebbe cambiato per sempre le loro vite.

Al centro del villaggio, vicino al vecchio ponte di legno sopra il fiume, si era radunato un piccolo gruppo di abitanti.

Discutevano le voci secondo cui negli ultimi giorni erano state viste strane ombre nella foresta, e alcuni giuravano di aver udito un ululato diverso da quello dei normali lupi.

Gli anziani scuotevano la testa, ricordando vecchie leggende su una creatura che appare quando l’equilibrio tra l’uomo e la natura viene rotto.

I giovani ridevano, chiamandole fantasie, ma nei loro occhi si intravedeva una sincera inquietudine.

Quella sera, lei — una ragazza dai lunghi capelli scuri e dallo sguardo pieno di sogni — decise di abbreviare la strada verso casa prendendo il sentiero nella foresta…

Tutti sapevano che non era il posto più sicuro dopo il tramonto, ma lei era una di quelle che credeva nella propria fortuna.

I suoi passi risuonavano nell’aria silenziosa, e la torcia che teneva in mano illuminava solo una sottile striscia del sentiero.

Nessuno la vide sparire nel fitto del bosco, ma tutti udirono quel suono — un ringhio basso e gutturale che faceva gelare il sangue nelle vene.

La folla al ponte si immobilizzò quando un urlo squarciò il silenzio della notte.

Non era solo un grido di paura — in esso c’era qualcosa di primordiale, disperato, come se l’anima stessa venisse strappata dal corpo.

La gente si guardava intorno, incapace di muoversi, i volti impalliditi, i cuori che battevano all’unisono con il crescente terrore.

Qualcuno sussurrò: “Lupi…” ma in quella parola c’erano più domande che risposte.

Tutti sapevano che non era il posto più sicuro dopo il tramonto, ma lei era una di quelle che credeva nella propria fortuna.

I suoi passi risuonavano nell’aria silenziosa, e la torcia che teneva in mano illuminava solo una sottile striscia del sentiero.

Nessuno la vide sparire nel fitto del bosco, ma tutti udirono quel suono — un ringhio basso e gutturale che faceva gelare il sangue nelle vene.

La folla al ponte si immobilizzò quando un urlo squarciò il silenzio della notte.

Non era solo un grido di paura — in esso c’era qualcosa di primordiale, disperato, come se l’anima stessa venisse strappata dal corpo.

La gente si guardava intorno, incapace di muoversi, i volti impalliditi, i cuori che battevano all’unisono con il crescente terrore.

Qualcuno sussurrò: “Lupi…” ma in quella parola c’erano più domande che risposte.

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