Quando Walter tornò a casa dal lavoro, fu accolto dai pianti strazianti del suo figlio neonato, Logan, ancor prima di entrare.
Entrando, trovò sua moglie, Abby, seduta al tavolo della cucina, con il viso che era un ritratto di stanchezza e frustrazione.
“Oh, tesoro,” mormorò Walter, abbracciandola da dietro. “Da quanto tempo piange così?”
Abby, vicina alle lacrime, rispose: “Ho provato di tutto, Walter! L’ho allattato, cambiato, fatto il bagno, ho persino misurato la temperatura.
Ma niente funziona! Non smette di piangere!”
Diventare genitori un mese fa aveva sconvolto le loro vite, e i pianti di Logan erano particolarmente angoscianti per Walter.
Odiava vedere suo figlio così turbato.
“Lo risolveremo insieme,” la rassicurò Walter, prendendola per mano mentre si dirigevano verso la stanza di Logan.
Walter si avvicinò alla culla con un sorriso, pronto a calmare il loro bambino, ma ciò che trovò non era affatto quello che si aspettava.
Al posto di Logan, c’era un registratore che riproduceva i pianti del bambino e un biglietto.
Walter fermò rapidamente la registrazione e la casa cadde nel silenzio.
Abby entrò di corsa, spaventata. “Cosa hai fatto? Dov’è Logan?”
Walter non rispose. Rimase immobile, fissando il biglietto in mano.
Abby lo prese da lui, scansionando le parole con gli occhi.
“Vi avevo avvertito che vi sareste pentiti di essere stati scortesi con me.
Se volete rivedere vostro figlio, lasciate 200.000 dollari negli armadietti della stazione vicino al molo.
Se andate alla polizia, non lo rivedrete mai più.”
Abby sussultò, con la voce tremante. “Chi rapirebbe Logan? Siamo stati scortesi con qualcuno?”
Il cuore di Walter sprofondò mentre ricordava un acceso scontro all’ospedale maternità con un custode.
In un momento di frustrazione, Walter aveva insultato l’uomo dopo aver accidentalmente rotto un regalo destinato ad Abby.
Il custode lo aveva avvertito: “Te ne pentirai.”
“Dobbiamo andare dalla polizia,” disse Walter, riprendendosi dai suoi pensieri. “Penso che sia stato lui.”
“Ma il biglietto dice di non farlo! E se non rivedessimo mai più Logan?” protestò Abby.
Walter era determinato. “Non possiamo fidarci che ci restituisca Logan, anche se paghiamo. Chiameremo la polizia e lo faranno arrestare.”
Sebbene esitante, Abby acconsentì.
Ma proprio mentre arrivavano davanti alla stazione di polizia, il telefono di Walter vibrò con un messaggio:
“Questo è il tuo ultimo avvertimento. Se vai dalla polizia, tuo figlio finirà nella baia. Prendi i soldi subito.”
Abby sussultò inorridita. Non potevano rischiare.
Non avevano altra scelta che pagare il riscatto.
Walter si precipitò in banca per raccogliere i soldi, ma mentre si preparava a consegnarli, la condizione di Abby peggiorò.
Era pallida, nauseata e sopraffatta dalla paura per il loro bambino.
Con riluttanza, Walter la riportò a casa, cercando di confortarla al meglio.
Una volta che si fu sistemata, Walter tornò al compito, determinato a salvare Logan.
Mise i soldi nell’armadietto di stoccaggio, come indicato, e si posizionò nelle vicinanze, osservando il custode.
Non ci volle molto prima che Walter notasse l’uomo prendere la borsa.
Lo seguì, attraversando la città fino a quando il custode non entrò in un’altra fila di armadietti.
Walter colse l’occasione, spingendo il custode contro il muro.
“Dov’è mio figlio?” ringhiò Walter.
“Ho fatto quello che hai chiesto, ora ridammi Logan!”
Il custode sembrava terrorizzato. “Non so nulla di tuo figlio!
Un tizio mi ha pagato 100 dollari per prendere la borsa e lasciarla. Giuro, non so nient’altro!”
Walter, intuendo che l’uomo stesse dicendo la verità, lo lasciò andare.
Ma quando controllò l’armadietto, era vuoto.
Qualcuno aveva tagliato un buco nel retro e preso i soldi.
Devastato e senza altre opzioni, Walter tornò a casa.
Ma quando arrivò, qualcosa non andava: gli oggetti personali di Abby erano spariti.
Non era stata rapita; se n’era andata, portando Logan con sé.
La mente di Walter corse veloce, ricostruendo il tradimento. Abby era stata parte del piano fin dall’inizio.
Con il cuore spezzato, Walter la chiamò ripetutamente, ma lei non rispose.
Non poteva credere che la donna che amava potesse fare qualcosa di così crudele.
Ma una cosa gli dava speranza: il denaro del riscatto era falso.
Determinato a riavere Logan, Walter si recò all’ospedale maternità dove sapeva di poter trovare qualcuno che potesse aiutarlo: il dottor Jones, un uomo disposto a tutto per il giusto prezzo.
Walter spiegò il suo piano e corrompette il medico affinché chiamasse Abby con una storia inventata.
Pochi minuti dopo, il dottor Jones chiamò Abby.
“Signora Taylor, sono il dottor Jones. Abbiamo scoperto qualcosa di preoccupante nei test di Logan.
Ha bisogno di un trattamento immediato per una rara condizione.”
Walter ascoltò mentre Abby andava in panico dall’altra parte della linea.
Non aveva altra scelta che portare Logan all’ospedale.
Walter ringraziò il dottore, lo pagò e attese.
Poco dopo, Abby arrivò all’ospedale, tenendo Logan in braccio.
Il cuore di Walter si gonfiò di sollievo e rabbia mentre la polizia, che era stata allertata in precedenza, si avvicinava.
Abby e il suo complice, James, il fratello di Walter, furono arrestati sul posto.
“Pensi di aver vinto, Walter?” urlò Abby mentre le mettevano le manette.
“Logan non è nemmeno tuo! Tu non potevi darmi un bambino, ma James sì!”
Il mondo di Walter andò in frantumi, ma guardò Logan, che dormiva pacificamente tra le sue braccia.
“Non mi importa di chi sia il sangue che scorre nelle sue vene,” disse Walter, con voce ferma.
“Logan è mio figlio, e lo crescerò con tutto l’amore che merita, mentre voi due marcirete in prigione.”
Mentre si allontanava dal caos, cullando suo figlio, Walter sapeva che, a qualunque costo, Logan era suo e niente avrebbe mai potuto portarglielo via.